Politica

Dibattito sulla legalizzazione della cannabis

Ultimi Feed da www.radioradicale.it - Sab, 07/23/2016 - 18:23
Intervengono: Rita Bernardini (presidente d'onore Nessuno Tocchi Caino), Piero David, (docente di Economia Politica all'università di Messina e autore di diverse pubblicazioni sul mercato della cannabis). Registrazione audio del dibattito dal titolo "Dibattito sulla legalizzazione della cannabis", registrato a Messina sabato 23 luglio 2016 alle 18:23. Sono intervenuti: Saro Visicaro (militante radicale), Ferdinando Ofria (docente presso il Dipartimento di Economia dell'Università di Messina), Piero David (docente presso il Dipartimento di Economia dell'Università di Messina), Maurizio Rella (cosigliere comunale di Messina), Rita Bernardini (presidente d'onore di Nessuno tocchi Caino), Palmira Mancuso (giornalista). Sono stati discussi i seguenti argomenti: Droga. La registrazione audio di questo dibatto ha una durata di 1 ora e 26 minuti.
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Festa Nazionale ReteDem - Cambiare l'Europa

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Nell'ambito della Festa Nazionale ReteDem dal titolo "Con la passione sì vince", in programma dal 22 al 24 luglio 2016. Registrazione audio del dibattito dal titolo "Festa Nazionale ReteDem - Cambiare l'Europa", registrato a Albinea sabato 23 luglio 2016 alle ore 18:00. Dibattito organizzato da Partito Democratico e ReteDem. Sono intervenuti: Federico Quadrelli (segretario PD Berlino), Daniele Viotti (parlamentale europeo), Beppe Guerini (deputato (PD)), Marco Piantini (consigliere per affari europei presidenza del consiglio), Giulio Saputo (segretario giovani federali europei (PD)). Tra gli argomenti discussi: Europa, Festa, Partito Democratico. La registrazione audio di questo dibatto ha una durata di 1 ora e 51 minuti.
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Dibattito "Cambiare l'Europa"

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Interventi introduttivi: Daniele Viotti e Beppe Guerrini. Ospiti: Marco Piantini,Giulio Saputo. Coordina: Federico Quadretti. Registrazione audio del dibattito dal titolo "Dibattito "Cambiare l'Europa"", registrato a Albinea (reggio Emilia) sabato 23 luglio 2016 alle ore 18:00. Sono intervenuti: Federico Quadrelli (segretario PD Berlino), Daniele Viotti (parlamentale europeo), Beppe Guerini (deputato (PD)), Marco Piantini (consigliere per affari europei presidenza del consiglio), Giulio Saputo (segretario giovani federali europei (PD)). Sono stati discussi i seguenti argomenti: Europa. La registrazione audio di questo dibatto ha una durata di 1 ora e 51 minuti.
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Cambiamo il racconto dell'immigrazione. Intervento di Emma Bonino al Comitato di Radicali italiani

Radicali Italiani - Sab, 07/23/2016 - 15:30
22/07/16

Io credo che le proposte che ho sentito e le iniziative possibili e necessarie, a livello locale e nazionale, sul tema immigrazione debbano essere viste all’interno di un’analisi più complessiva di quello che sta succedendo in Europa e non solo, e del problema di fondo, ovvero quello della rappresentazione, del racconto pubblico che viene fatto dell’immigrazione.

Si tratta normalmente di un racconto negativo, colpevolizzante, con capri espiatori per qualunque cosa. Quindi le proposte razionali stentano a farsi strada proprio perché sono coperte da stereotipi e pregiudizi di ogni tipo e del tutto infondati. Pensate al fatto che in Italia i magistrati, hanno detto ripetutamente che il reato di clandestinità non solo non aiuta, da nessun punto di vista, ma anzi è controproducente. Nonostante ciò, il reato di clandestinità rimane in vigore perché il problema rifugiati e immigrazione è diventato, di volta in volta, il capro espiatorio di tutti i problemi di consenso della classe politica.

Prima di lasciare ad altri la trattazione di questioni più nazionali, è importante, secondo me, avere chiaro il quadro generale.

Quando si dice che la Commissione Europea o l’Europa in senso lato è inefficace, carente etc., per proprietà di linguaggio, cominciamo piuttosto a dire: “gli Stati membri dell’Unione Europea sono inefficaci, carenti etc.” perché altrimenti non riusciamo neanche a far capire che cosa è in corso.

Prendendo solo tre episodi di cronaca, non perché dobbiamo seguire la cronaca - anzi al contrario dovremmo leggere gli eventi di cronaca proprio alla luce di un’analisi politica più complessiva- ma se guardiamo la cronaca negli ultimi 10 giorni, dicevo, abbiamo avuto Brexit, Nizza e il tentato golpe in Turchia questa notte; tre episodi che sono nel loro complesso una rappresentazione chiarissima dei problemi e delle crisi che l’Europa deve affrontare al proprio interno e all’esterno, nei paesi limitrofi.

Avremo altre occasioni per approfondire, se volete, tutti e tre questi temi, però alcune cifre ci aiutano ad essere meno ombelicali e a capire di cosa stiamo parlando. E ne darò pochissime giusto per inquadrare la questione in un contesto chiaro.

Sulla questione terrorismo, ad adiuvandum e ad aggravandum, voglio dare delle cifre a livello mondiale proprio per capire meglio cio’ di cui stiamo parlando. Nel 2015 gli attentati registrati di tipo terrorista/islamista sono stati 11.000. Le vittime complessive sono state 30.000. Stiamo parlando di oltre 1000 al mese e non parlo degli annegati in mare, mi riferisco alle vittime di attentati terroristici più o meno legati all’estremismo islamico. Lo dico, non per sminuire, ma perché, se questa è la dimensione mondiale, è importante renderci conto che il terrorismo è un fenomeno interconnesso, che difficilmente si riesce a combattere solo a livello locale o nazionale.

Diceva Brzezinski subito dopo l’attentato alle Torri gemelle del 2001 che il terrorismo è una di quelle cose di cui tutti sanno tutto il momento dopo e nessuno prevede niente il momento prima. E trovo anche abbastanza stucchevoli i commenti e le banalità che si sentono dopo ognuno di questi attentati, nonché le analisi politiche: “colpiscono la Francia perché sta intervenendo, non colpiscono l’Italia perché invece non interviene”. Insomma tutte cose che possiamo dirci con quattro chiacchiere al bar ma che non mi sembra tengano ad una analisi un po’ più corretta.

Fate attenzione al fatto che questi 11.000 attentati sono quasi tutti concentrati in 5 paesi: l’Iraq, l’Afghanistan, il Pakistan, la Siria e la Nigeria. L’agenda è molto difficile da leggere ma gli sconfinamenti in territorio europeo sono appunto “sconfinamenti”, nonché il risultato di quello che è stato l’appello di al-Baghdadi ai “lupi solitari” - solitari però fino ad un certo punto perché poi serve sempre una qualche rete di collegamento e una qualche copertura. Ciò rende anche più difficile, evidentemente, la protezione individuale. Do queste cifre, ripeto, non per sminuire quello che è successo a Nizza ma per aggravare il senso di quello che abbiamo di fronte.

Tralascio - perché l’ho detto molte volte - anche i limiti imposti dalla costruzione europea attuale sullo scambio di intelligence. Ne ho parlato decine di volte ma se c’è una cosa che non è comunitaria è sicuramente lo scambio di intelligence e di informazioni, per ragioni che sono evidenti, note da quando ero ragazza e in cui la prevalenza dello Stato Nazione è certamente molto forte.

Per scendere un attimo sul territorio italiano, credo che come Radicali dobbiamo avere delle frustrazioni ma anche qualche motivo di orgoglio. Io non dimentico, ad esempio, che nel 2013, lanciammo la raccolta di firme per il referendum per abrogare la legge Bossi-Fini perché avevamo chiaro - o almeno lo aveva chiaro chi tra noi lo ha proposto e sostenuto - che il tema “mobilità”, declino demografico ed esplosione demografica, per altri versi, era una miscela esplosiva e che se non ci si attrezzava ad un governo più razionale di questo fenomeno, saremmo finiti nei guai. La frustrazione, è evidente, sta nel nostro non essere riusciti a raccogliere quelle firme, che forse avrebbero portato alla necessità o alla possibilità di un dibattito un po’ più serio e un po’ più sereno, meno di pancia, e un po’ più di testa - e anche un po’ di cuore che non fa male - a livello italiano e forse da qui a livello europeo.

 

La seconda questione di cui vorrei parlare è lo stato di salute dell’Europa. E’ evidente che l’Europa non goda di ottima salute, ma non gode di buona salute - bisogna essere chiari - per volontà dei singoli Stati membri.

Io non sono una appassionata di Junker, insomma non sono la “fidanzata” di Junker, per intenderci, ma devo dire che questo insistere con il capro espiatorio della Commissione europea è insopportabile! La stragrande maggioranza delle politiche, anche quelle comunitarie, è stata usurpata dal vertice degli Stati membri, che prendono delle decisioni e poi sicuramente non le applicano. Quindi si finisce col passare da un summit all’altro a presentare nuovi piani - l’ultimo è di questa settimana, quello dei 10 mila euro per ogni immigrato che un paese riceve - proprio perché le decisioni precedenti, per esempio la riallocazione dei 160 mila migranti in due anni, sono pure state approvate ma non sono mai state applicate.

Abbiamo quindi una deriva inter-governativa drammatica a livello europeo. Ovviamente tutti si stanno allineando su questa strada. Io invece credo che, per quanto impopolare e minoritario possa essere, noi dobbiamo tenere alto il metodo comunitario quanto più possibile. Certamente delle riforme sono necessarie, ma appunto delle riforme in termini di avanzamento dello strumento comunitario e non di deriva intergovernativa. Esattamente l’opposto di quello che sta succedendo.

 

Persino dopo Brexit il vertice dei capi di Stato, nonostante l’articolo 218 del trattato dica che a negoziare è la Commissione, hanno fatto sapere che in realtà negozieranno loro indicando un “inviato speciale” e che non venisse in mente alla Commissione di allargare qualche potere. A metà del percorso della costruzione europea, l’immigrazione NON è una competenza comunitaria, per essere chiari, così come NON lo è la difesa delle frontiere esterne. Quindi ogni volta che si invoca l’Europa sarebbe bene dire nomi e cognomi di chi stiamo invocando, altrimenti credo che il dileggio rispetto all’Europa continuerà. La tesi federalista è sempre stata piuttosto impopolare e lo è in modo particolare di questi tempi ,per questo secondo me richiede, oggi specialmente, una capacità di tenuta che non sarà sicuramente semplice. Insomma, non stiamo andando per la maggiore, ammesso che l’ipotesi spinelliana abbia mai avuto momenti di grande popolarità. Forse negli anni ’80, non so, ma dagli anni ‘90 sicuramente non più. Ma questa, credo, sia la linea da tenere e per questo mi sento più vicina all’intervento di ieri di Dastoli piuttosto che a chi dice: “va beh però accomodiamoci un attimo, vediamo di mettere una qualche pecetta da qualche parte”.

Infine, credo che la crisi dell’integrazione europea, ma anche la crisi dei rifugiati e dei migranti, sia una delle crisi più gravi dell’Unione Europea, perché attiene ai valori fondamentali e al perché stiamo insieme. Da questo punto di vista, politicamente, mi sembra persino più grave della crisi finanziaria, passata o futuribile.

Cosa succederà in Turchia non lo so, ma so che, nel disperato tentativo di frenare i flussi, è stata appaltata ad un Paese terzo la soluzione del problema. Il senso è: teneteveli; a che condizioni, come, dove, non vogliamo sapere. E soprattutto non vogliamo neanche sapere cosa sta succedendo all’interno della Turchia. Stiamo chiudendo tre occhi, il naso, e tutto quanto, salvo poi che ad un certo punto la realtà esplode. Al di là che il colpo di stato sia stato sventato o non sventato, al di là dei 1500 arresti e un centinaio di morti, rimane il fatto che questa è l’espressione non di una “forza turca” ma di una “fragilità turca”; il che dovrebbe preoccupare tutti quanti. E se fate un giro nel Mediterraneo, certamente l’Egitto non gode di ottima salute, di stabilità economica e democratica, così come un po’ di attenzione - non per fare la Cassandra - deve essere rivolta anche all’Algeria, che non sta andando benissimo diciamo. La crisi del petrolio fa sì che i bilanci di questi Paesi, che vivono di sussidi e non producono nulla salvo gas, siano tutti dimezzati, e saranno costretti a ridurre i sussidi — e in Algeria c’è il sussidio per la casa, per la sanità, per la scuola, per i trasporti e per tutto quello che volete - e immaginatevi cosa vuole dire un Paese di 40 milioni di abitanti, senza prospettive di occupazione, in queste condizioni. Non apro neanche il dossier Egitto, recentemente un pochino più esplorato.

Questo solo per dirvi: noi siamo in Italia, qui c’è un’Europa “fragilizzata” per i motivi che ho detto, al sud, al nostro sud, è un susseguirsi di drammatiche fragilità.

 

Infine, non so se su questo abbiamo tutti la stessa opinione, ma la questione demografica, se non viene affrontata anche dal punto di vista politico, ci “sorprenderà” perché una delle modalità di questi tempi è che siamo sempre “sorpresi”. Sul terrorismo comincio finalmente a sentir dire in giro, non solo da me ma anche altri, benché ancora pochi, che la matrice è sunnita-wahhabita e che quello delle alleanze acritiche con le monarchie del Golfo è un problema reale. Però le monarchie del Golfo sono i nostri alleati preferiti, sono i nostri alleati storici, mentre l’asse del male per alcuni continua a rimanere l’Iran. Insisto: la matrice ideologica del terrorismo è wahhabita-sunnita, non è riconducibile ai Fratelli musulmani. Però questa è un’analisi che dovrebbe portare poi ad una ridiscussione delle alleanze, o comunque ad un “reset” di alleanze storiche, cosa che nessuno è pronto a fare per mille altre ragioni.

 

Il problema demografico è un problema sociale, ma anche politico. Noi siamo un continente che si è unito nella disgrazia post-guerra e che si disunisce ed esplode nel benessere. E’ veramente incredibile: siamo un continente che si è fatto la guerra fino allo sterminio, non molto di più di 60 anni fa. Allora l’Inghilterra era distrutta, noi pure, la Francia anche, la Germania non ne parliamo e il progetto europeo - l’unione nella disgrazia - ci ha portato in 60 anni ad essere il continente più ricco al mondo. Abbiamo diritto e dovere di brontolare, però stando a tutti gli standard possibili in termini di educazione, welfare, speranze di vita, e persino economia, l’Europa è il continente più ricco al mondo, ma attraversa un drammatico declino demografico. Non solo l’Italia, ma anche la Germania, la Spagna, il Portogallo, la Bulgaria, tutti questi Paesi sono coinvolti in un declino demografico incredibile. E ad esempio, parlando dell’Italia fra il 2030 e il 2050,  se continuano questi trend demografici non si sa chi pagherà le pensioni, per essere chiari.

In tutto il mondo eravamo un miliardo nel 1815, 2 miliardi nel 1930, 7 miliardi nel 2013, 10 miliardi nel 2050 e la popolazione mondiale cresce al ritmo di 1 milione di persone ogni 4 giorni, però molto localizzati, principalmente in parti di Asia e Africa. Guardando alla costa Sud del Mediterraneo, negli anni ‘50 erano 70 milioni di abitanti più o meno, l’anno scorso erano 430 milioni di abitanti e la prospettiva è di 600 milioni da qui al 2050. E prospettive di sviluppo economico, a quei ritmi, ovviamente non ce ne sono. Lo dico perché questa mia testardaggine - spesso derisa – questa mia ossessione per l’emancipazione femminile non solo è un tema di diritti che a me sta molto a cuore, ma è anche un grande tema politico perché una delle leve per governare in qualche modo questo fenomeno altrimenti non governabile - perché non si può pensare di costruire un muro in mezzo al Mediterraneo - è proprio quella dell’emancipazione femminile.

Già adesso solo 1 su 10 dei migranti africani tenta la strada europea. Gli altri 9 si arrangiano, si fa per dire, all’interno del continente africano anche tra paesi poverissimi, creando una serie di tensioni che noi non vogliamo vedere perché sono distanti. Credo che alcuni scontri in Sudafrica e in altri paesi siano eloquenti su questo.

Chiudo dicendo che se questo è il panorama - da una parte un’Europa non all’altezza per ragioni politiche e dall’altra una regione di instabilità, per usare un eufemismo - siamo arrivati ad un punto in cui non vogliamo neanche comprendere qual è il nostro vero interesse europeo e nazionale. Questo non vuol dire che non ho critiche da fare alla Commissione Europea, dico solo che ne faccio una questione di priorità di responsabilità e che non posso cominciare dalla coda. L’ho già detto molte volte quello che penso su questa storia dei “burocrati europei che si occupano della grandezza delle banane etc.” L’occuparsi della lunghezza delle banane o delle mele è normalmente una richiesta degli Stati membri a protezione dei loro prodotti. Lo so per esperienza, come per la protezione dei pesci: non è che non si sapesse il da farsi, è che per ragioni politiche bisognava inventarsi dei “pesci di carta”, come li chiamavamo allora, per dare delle quote soddisfacenti per la conferenza stampa del ministro di turno. I pesci non c’entravano veramente niente, ma c’entrava la “politica”, si fa per dire, del Ministro della pesca.

 

Penso che il tener ferma la questione europea cercando di allargare lo sguardo - che è nel nostro DNA: siamo nati Radicali spinelliani per questo -, sia un compito molto difficile, probabilmente penalizzante a medio termine. E se noi non riusciamo, per difficile che sia, a trasformare il racconto pubblico sull’immigrazione in un racconto che, pur non negando i problemi, sia in prospettiva positiva per il nostro paese, anche dal punto di vista economico, io credo che rischiamo che queste che sono iniziative razionali si scontrino fatalmente con la pancia e con la paura. E sono poche le voci che lo dicono: sottovoce lo dice un po’ Confindustria, i Sindacati non lo so, lo dicono un po’ di ONG, ma certamente non la classe politica.

Quindi tra le attività da intraprendere c’è quella del racconto pubblico, dobbiamo aver voglia di affrontare Salvini, oppure qualche altro esponente politico che in fondo è uguale a Salvini, forse solo un po’ più educato. Fa impressione questo paese schizofrenico dove se tu fai un giro nel Nord Italia una volta usavano i cartelli “Nuclear Free” adesso usano i cartelli “Immigrant Free”, poi vai nelle cascine e sono tutti del Bangladesh, tutti pakistani. E non c’è un aiuto domestico che non sia di passaporto non italiano, per ragioni che non voglio troppo approfondire ma che sono evidenti – e possibilmente in nero, che così li paghiamo meno. E credo che uno dei nostri compiti, e spero di poter dare una mano anche da questo punto di vista non solo in Europa ma anche qui, sia il tentativo di trovare testimonial, sponsor, di trovare qualche strumento che ci aiuti a cambiare il racconto che si fa del fenomeno immigrazione, non solo perché è nostro dovere proteggere i rifugiati ma anche nostro vero “interesse” a medio termine. Per ora non è così, e basta accendere qualsiasi rete televisiva per constatarlo, ma noi non riusciremo a vincere sul piano legislativo se non riusciamo a sconvolgere, anche con dati alla mano, quella che è la grande bugia di questo paese e la grande bugia dell’intera classe politica. E credo che questo, non so se si chiami diritto alla conoscenza, sia uno dei compiti impopolari che ci dobbiamo tutti assumere, Radicali Italiani compresi.

 

Voglio solo aggiungere due parole sul Brexit, perché abbiamo fatto una ricerca i cui risultati sono drammatici ma anche esilaranti. Nella governance europea di cui si è detto, come vedete, è invalso l’uso del referendum nazionale. Questo è un problema veramente gigantesco perché si tratta di referendum a metà tra il consultivo e il plebiscito. Credo che la lungimiranza dei costituenti italiani vada sottolineata: come sapete da noi il referendum è vincolante, solo abrogativo ma esclude materie di bilancio e fiscali, amnistia, indulto e trattati internazionali. Dal punto di vista democratico, io sono abbastanza perplessa: perché sul Brexit votano solo gli inglesi? La loro uscita impatta anche noi, tutti noi. Innanzi tutto avremmo le intere istituzioni europee occupate dal negoziato Brexit per x anni. Io ricordo quando andò via la Groenlandia nel 1985 fu un incubo: tutte le risorse istituzionali erano dedicate a questo. Immaginatevi un po’ la Brexit. Però rimane il fatto che se le materie sono tutte aperte a referendum nazionali, senza vincoli o limitazioni, e diventano poi politicamente vincolanti, perché quello inglese non lo è legalmente ma lo è diventato politicamente, poi diventa un problema. Un’analisi che abbiamo fatto come European Council of Foreign Relations dà come possibili o in preparazione 38 referendum nazionali. Questo solo per farvi immaginare il tipo di disgregazione possibile, in una situazione in cui mi pare stia tornando la calma piatta dopo lo shock Brexit e in cui sono previste, per l’anno prossimo, tre elezioni non da poco: Germania, Francia, Olanda e non escluderei l’Italia. Elezioni in cui il tema “capro espiatorio europeo” avrà la maggiore. Se non si fa nulla, come mi pare i capi di Stato e di Governo abbiano deciso, cioè che non è il momento delle visioni ma del realismo lento pede, credo che non sarà un buon 2017, soprattutto se si mette in moto questo meccanismo di referendum nazionali su qualunque materia, anche di competenza europea.   

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L'immigrazione è una sfida e una necessità

Radicali Italiani - Sab, 07/23/2016 - 15:09

Per affrontare questa prova epocale dalla quale le nostre città, l'Italia e l'Europa possono uscire vincenti o disintegrati, devono prevalere tre ingredienti fondamentali: il CORAGGIO di guardare in faccia la realtà senza semplificare, l'UMANITA' per non rinnegare il senso strategico dell'Europa faro di civiltà e diritto, L'EFFICACIA per gestire accoglienza e integrazione guardando alle buone pratiche italiane ed europee. Tre sono i campi d'azione che Radicali italiani ha scelto coinvolgendo associazioni ed esperti. Alcuni saranno presenti al prossimo Comitato Nazionale del 15-17 luglio. 1. GOVERNANCE DEI FLUSSI MIGRATORI: MIGRATION COMPACT + DEMOCRAZIA E DIRITTI L'Italia e i paese dell'Ue stanno subappaltando la gestione delle frontiere esterne e dei flussi migratori alla Turchia e ai paesi di origine e di transito. Stiamo creando una rete di avvocati ed esperti di diritto greci e italiani per evidenziare le distorsioni dell'accordo e le violazioni del diritto europeo e internazionale per presentare ricorsi alle giurisdizioni europee. E' necessario rivolgerci ai paesi di origine dei flussi legando la crescita economica al monitoraggio dei progetti di cooperazione e allo sviluppo democratico e dello stato di diritto. C’è il forte rischio, altrimenti, di creare NUOVI INFERNI per migranti finanziati PER MILIONI DI EURO dal nostro paese. Ostentando o illudendosi di riuscire in questo modo a contenere quelle donne e quegli uomini alle porte della fortezza Europa. 2. GOVERNANCE DELLE POLITICHE MIGRATORIE TRA LAVORO E INCLUSIONE SOCIALE Stiamo lavorando all'introduzione di misure efficaci e con una prospettiva a lungo termine per gestire gli ingressi degli stranieri nel nostro Paese e regolarizzare quanti vi sono già presenti e fare in modo che portino il loro contributo, necessario e ormai indispensabile, alla nostra società. Canali legali d'ingresso più flessibili, superamento del sistema rigido delle quote aggiornando il meccanismo in base alla domanda di lavoro effettiva e non di quella prevista, incentivi concreti all'emersione, possibilità di mettersi in regola con un meccanismo stabile, senza ricorrere a sanatorie. 3. GOVERNANCE DEL FENOMENO NELLE CITTÀ Abbiamo cominciato da Roma, studiando attraverso l’accesso agli atti come e perché si era arrivati a un’accoglienza criminale e fallimentare. Proponendo con Accogliamoci una riforma dell’intero sistema, prendendo a modello l’accoglienza diffusa e finalizzata all'autonomia, che in alcune città del nostro Paese ha portato a risultati virtuosi. Ci vogliono centri piccoli e monitorati da organizzazioni esterne e indipendenti, che valutino i servizi e i risultati in termini di integrazione e inclusione sociale. FOCUS SU IMMIGRAZIONE CON EMMA BONINO AL COMITATO NAZIONALE DI RADICALI ITALIANI http://www.radioradicale.it/scheda/480925?p=0&s=3853&t=12247&f=0 Video https://www.facebook.com/radicali/videos/1340803772614458/ Per info: radicalionline@gmail.com

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Festa Nazionale ReteDem - Costituzione e referendum, le ragioni del sì, le ragioni del No

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Nell'ambito della Festa Nazionale ReteDem dal titolo "Con la passione sì vince", in programma dal 22 al 24 luglio 2016. Registrazione audio del dibattito dal titolo "Festa Nazionale ReteDem - Costituzione e referendum, le ragioni del sì, le ragioni del No", registrato a Albinea sabato 23 luglio 2016 alle 15:00. Dibattito organizzato da Partito Democratico e ReteDem. Sono intervenuti: Veronica Tentori (deputata (PD)), Paolo Acunzo (vicepresidente del Lazio), Walter Tocci (senator of the Italian Republic PD, CRS), Vannino Chiti (senatore, presidente della Commissione Politiche dell'Unione europea del Senato). Sono stati discussi i seguenti argomenti: Festa, Partito Democratico, Riforma Boschi. La registrazione audio di questo dibatto ha una durata di 2 ore e 33 minuti.
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Festa Nazionale ReteDem

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Nell'ambito della Festa nazionale di "Rete Dem". Partecipano: Walter Tocci, Paolo Acunzo, Vannino Chiti. Coordina: Veronica Tentori. Registrazione audio del dibattito dal titolo "Festa Nazionale ReteDem", registrato a Albinea (reggio Emilia) sabato 23 luglio 2016 alle 15:00. Sono intervenuti: Veronica Tentori (deputata (PD)), Paolo Acunzo (vicepresidente del Lazio), Walter Tocci (senator of the Italian Republic PD, CRS), Vannino Chiti (senatore, presidente della Commissione Politiche dell'Unione europea del Senato). Sono stati discussi i seguenti argomenti: Riforma Boschi. La registrazione audio di questo dibatto ha una durata di 2 ore e 33 minuti.
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Il Maratoneta - Trasmissione dell'associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica

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Puntata di "Il Maratoneta - Trasmissione dell'associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica" di sabato 23 luglio 2016 , condotta da Andrea De Angelis . La registrazione audio di questa puntata ha una durata di 48 minuti.
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YES (Young European Socialists) Summer Camp 2016 (5ª giornata)

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In programma dal 19 al 24 luglio 2016. Registrazione video della manifestazione "YES (Young European Socialists) Summer Camp 2016 (5ª giornata)", registrato a Terrasini sabato 23 luglio 2016 alle 14:24. L'evento è stato organizzato da Young European Socialists. Sono intervenuti: Giacomo Bottos (direttore della rivista Pandora), Davide Sardo (studente del King's College London), Michele Masulli (presidente dei Giovani Democratici), Luigi Iorio (avvocato), Enrico Rossi (presidente della Regione Toscana, Partito Democratico), Roberto Sajeva (segretario nazionale della Federazione Giovanile Socialista), Carlo Vizzini (presidente del Consiglio Nazionale del Partito Socialista Italiano). Sono stati discussi i seguenti argomenti: Europa, Giovani, Politica, Socialismo. La registrazione video di questa manifestazione dura 3 ore e 52 minuti. Il contenuto è disponibile anche nella sola versione audio.
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Summer camp dei Giovani Socialisti Europei 2016 (Yes Summer camp)

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Tra gli incontri di oggi: alle 14:00 la presentazione della rivista "Pandora" con Giacomo Bottos, Davide Sardo; alle 15:00 la presentazione del libro "Rivoluzione Socialista" con Enrico Rossi, Luigi Iorio, Laura Slimani, presidente di YES, alle dibattito su mafia e antimafia. Registrazione video della manifestazione "Summer camp dei Giovani Socialisti Europei 2016 (Yes Summer camp)", registrato a Terrasini (palermo) sabato 23 luglio 2016 alle 14:24. Sono intervenuti: Giacomo Bottos (direttore della rivista "Pandora"), Davide Sardo (studente del King's College London, redattore di "Pandora"), Michele Masulli (presidente dei Giovani Democratici), Luigi Iorio (avvocato attivista dei diritti umani), Enrico Rossi (presidente della regione Toscana), Roberto Sajeva (segretario nazionale della Federazione Giovanile Socialista), Carlo Vizzini (presidente del Consiglio Nazionale del Partito Socialista Italiano). Tra gli argomenti discussi: Politica. La registrazione video di questa manifestazione ha una durata di 3 ore e 52 minuti. Questo contenuto è disponibile anche nella sola versione audio.
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Fortezza Europa-osservatorio delle politiche europee dell'immigrazione

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Puntata di "Fortezza Europa-osservatorio delle politiche europee dell'immigrazione" di sabato 23 luglio 2016 , condotta da Andrea Billau .
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Transilimen 5 minuti

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Puntata di "Transilimen 5 minuti" di sabato 23 luglio 2016 condotta da Giorgio Pagano . La registrazione audio di questa puntata ha una durata di 7 minuti.
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L'aggiornamento dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA): intervista a Paola Binetti

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"L'aggiornamento dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA): intervista a Paola Binetti" realizzata da Lanfranco Palazzolo con Paola Binetti (deputato, Area Popolare (gruppo parlamentare Senato)). L'intervista è stata registrata sabato 23 luglio 2016 alle 12:55. Nel corso dell'intervista sono stati discussi i seguenti temi: Affari Sociali, Assistenza, Associazioni, Burocrazia, Economia, Enti Locali, Famiglia, Farmacia, Finanza, Finanziamenti, Investimenti, Lavoro, Legge, Legge Di Stabilita', Lorenzin, Malattia, Matera, Medicina, Ministeri, Regioni, Ricerca, Salute, Sanita', Scienza, Scuola, Societa', Spesa Pubblica, Stato, Welfare. La registrazione audio ha una durata di 8 minuti.
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L'aggiornamento dei LEA, intervista con Paola Binetti (Ap-Udc)

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"L'aggiornamento dei LEA, intervista con Paola Binetti (Ap-Udc)" realizzata da Lanfranco Palazzolo . L'intervista è stata registrata sabato 23 luglio 2016 alle 12:55.
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La strage di Monaco di Baviera e l'introduzione del reato di tortura, intervista a Stefano Dambruoso

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"La strage di Monaco di Baviera e l'introduzione del reato di tortura, intervista a Stefano Dambruoso" realizzata da Lanfranco Palazzolo . L'intervista è stata registrata sabato 23 luglio 2016 alle 11:59.
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L'aggiornamento dei LEA, intervista a Paola Binetti (AP-Udc)

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"L'aggiornamento dei LEA, intervista a Paola Binetti (AP-Udc)" realizzata da Lanfranco Palazzolo . L'intervista è stata registrata sabato 23 luglio 2016 alle ore 11:44.
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L'emergenza terrorismo e l'introduzione del reato di tortura - Intervista ad Elisabetta Gardini

Ultimi Feed da www.radioradicale.it - Sab, 07/23/2016 - 11:16
"L'emergenza terrorismo e l'introduzione del reato di tortura - Intervista ad Elisabetta Gardini" realizzata da Lanfranco Palazzolo con Elisabetta Gardini (parlamentare europeo, Forza Italia). L'intervista è stata registrata sabato 23 luglio 2016 alle ore 11:16. Nel corso dell'intervista sono stati discussi i seguenti temi: Democrazia, Emergenza, Europa, Germania, Giustizia, Italia, Monaco, Onu, Parlamento Europeo, Partiti, Polemiche, Politica, Stato, Stragi, Terrorismo Internazionale, Tortura, Violenza. La registrazione audio ha una durata di 13 minuti.
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L'emergenza terrorismo e l'introduzione del reato di tortura, intervista all'on. Elisabetta Gardini (Fi)

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"L'emergenza terrorismo e l'introduzione del reato di tortura, intervista all'on. Elisabetta Gardini (Fi)" realizzata da Lanfranco Palazzolo . L'intervista è stata registrata sabato 23 luglio 2016 alle ore 11:16.
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Assemblea nazionale del Pd "Quale Europa nel mondo che cambia"

Ultimi Feed da www.radioradicale.it - Sab, 07/23/2016 - 11:05
Registrazione video dell'assemblea "Assemblea nazionale del Pd "Quale Europa nel mondo che cambia"", svoltasi a Roma sabato 23 luglio 2016 alle ore 11:05. Sono intervenuti: Matteo Orfini (presidente Partito Democratico), Matteo Renzi (presidente del Consiglio dei Ministri e segretario del Partito Democratico), Gianni Pittella (presidente del Gruppo dell’Alleanza Progressista di Socialisti e Democratici al Parlamento Europeo), Laura Garavini (componente dell'Ufficio di Presidenza alla Camera), Sandro Gozi (sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri, Partito Democratico), Daniele Viotti (parlamentale europeo, Partito Democratico), Nicola Latorre (presidente Commissione Difesa del Senato), Paolo Gentiloni, Antonio Panzeri, Roberto Speranza (capogruppo del Partito Democratico alla Camera dei Deputati), Piero Fassino, Gianni Cuperlo (deputato, membro della Segreteria Nazionale, Partito Democratico), Roberta Pinotti (ministro della Difesa, Partito Democratico), Patrizia Toia (presidente delegazione PD al Parlamento Europeo, Partito Democratico), Cesare Damiano, Silvia Costa (presidente della Commissione cultura e istruzione del Parlamento europeo, Partito Democratico), Alessandra Kustermann, Paolo Calvano (segretario della Regione Emilia Romagna), Giuseppe Lumia, Filippo Taddei (responsabile nazionale del Dipartimento Economia), Michela Giuffrida (europarlamentare), Marcello Rocco, Tobia Zevi (membro dell'Assemblea Nazionale, Partito Democratico), Francesco Verducci (senatore, vice presidente della Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza Rai, Partito Democratico), Micaela Fanelli, Francesca Puglisi (senatore, responsabile nazionale Scuola, Partito Democratico). La registrazione video dell'assemblea ha una durata di 4 ore e 38 minuti. Tra gli argomenti discussi: Politica, Ue. Questo contenuto è disponibile anche nella sola versione audio.
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"Riparte il futuro", la proposta di legge a favore dei "Whistleblower": intervista a Priscilla Robledo

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""Riparte il futuro", la proposta di legge a favore dei "Whistleblower": intervista a Priscilla Robledo" realizzata da Lanfranco Palazzolo . L'intervista è stata registrata sabato 23 luglio 2016 alle ore 10:44.
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