Politica
Immigrazione: Staderini, aperture su Bossi-Fini? Unico strumento reale rimane il referendum. Intanto il Ministro Kyenge li firmi.
Dichiarazione di Mario Staderini, segretario di Radicali italiani
Aprire il dibattito circa la modifica della legge Bossi-Fini è un atto di responsabilità da parte del Ministro Kyenge: superare quelle norme fallimentari è questione che Governo e Parlamento non posso eludere, anche alla luce dell’imminente spinta migratoria dal Nord Africa. Sulla possibilità, però, che le aperture di questi giorni siano adeguate all’obiettivo in assenza di una mobilitazione popolare mantengo i miei forti dubbi. Ad oggi, l’unico strumento per garantire che il superamento della Bossi Fini e del pacchetto sicurezza Maroni sia iscritto nell’agenda della politica sono i due referendum la cui raccolta firme scadrà a settembre. E su quelli, nessuna mobilitazione è corso nel Partito democratico così come mancano all’appello firme e sostegni di tanti leader politici e personalità che potrebbero fare la differenza. Se il Ministro Kyenge desse l’esempio firmando i referendum, magari in un piccolo comune della Calabria in modo da informare tutti gli italiani di questa possibilità, sarebbe possibile raggiungere l’obiettivo delle 500 mila firme ed essere così certi che volteremo pagina rispetto alle attuali politiche criminogene sull’immigrazione.© 2013 Partito Radicale. Tutti i diritti riservati
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Raccolta firme Referendum. L'iniziativa del Sindaco di San Polo dei Cavalieri (Roma)
Maro': Staderini a Salatto, pausa estiva gli ha fatto male. Ministro Bonino fa, lui parole in Libertà
Dichiarazione di Mario Staderini, segretario di Radicali italiani Leggo che l'onorevole Salatto si chiede dove sia il Ministro Bonino, chiamandola in causa rispetto al processo ai Maro, all'immigrazione e al caso Shabalayeva. Evidentemente la pausa estiva non ha permesso a Salatto di informarsi di quanto il Ministro Bonino si stia spendendo su tutti questi dossier. Rispetto ai Maro, la soluzione del caso ereditato dalla precedente amministrazione non passa per improbabili blitz mediatici ma da un dialogo con l'India basato su di processo veloce e giusto in India e la fermezza di principio circa la competenza italiana a giudicare militari nell'esercizio delle loro funzioni. Salatto farebbe bene piuttosto a ricordare che la vicenda dei due Marò è il frutto di una legge sbagliata voluta da La Russa. Quanto all'immigrazione basta guardare le cifre per sapere che altri Paesi UE ne ricevono più di noi (la Grecia ad esempio ne ha ricevuti 37mila - di cui 7mila siriani - nel corso dell'anno a fronte dei 15mila che ha ricevuto l'Italia). Il disastro siriano, che sta mettendo in serie difficoltà la Giordania (1 milione di profughi in un fazzoletto di terra) e il Libano (500 mila), è questione che riguarda da vicino l'Europa. Se venisse attivata, come chiediamo da tempo, la direttiva 200 1/55/CE del 20 luglio 2011, secondo la quale in caso di catastrofe umanitaria, l'Europa può ricevere temporaneamente i profughi di Paesi che si trovano in una situazione di crisi, sarebbe una risposta concreta. Al Parlamento europeo sono i Verdi e Cohn-Bendit a lavorare perché questa direttiva venga attivata.. Salatto che fa? Sul Caso Shalabayeva, infine, Salatto può utilmente chiedere conto al Viminale.
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Riforme: intervista a Donato Bruno
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Tav/Vattimo, Viale: Improprio il paragone tra l'Egitto e la val Susa
"Il paragone tra l'Egitto e la Val Susa è improprio. E' indice di debolezza e di non conoscenza, né dell'Egitto, né della Val Susa. Citare, poi, Emma Bonino sull'Egitto per legittimare i violenti in Val Susa è completamente fuori luogo."
Questo il commento di Silvio Viale, presidente di Radicali Italiani e consigliere comunale a Torino, all'accostamento di Gianni Vattimo tra l''Egitto e la Val Susa e la citazione di Emma Bonino.
Silvio Viale ha aggiunto:
"Mi dispiace che Gianni Vattimo, proprio mentre la parte più violenta e antagonista dei No Tav è sempre più ridotta e isolata, si unisca agli ultimi irriducibili. Forse è male informato e dovrebbe passare più tempo in Val Susa. Il punto non è qualche blocco stradale in più o in meno, ma la scelta di assaltare il cantiere con qualunque mezzo e qualunque alleato. In Val Susa non vi è mai stata una vittoria elettorale dei No Tav e proprio il movimento No Tav non ha mai voluto alcun referendum. Citare l'Egitto, come Vattimo oggi, o il Tibet, come Perino ieri, significa non avere neanche rispetto per egiziani e tibetani, mentre si lascia la valle in balia di chi vagheggia il contro potere dell'ETA contro le truppe di occupazione come modello. Mi auguro che Vattimo sappia trovare il tempo per girare la valle."
Torino, 17 agosto 2013.
(Silvio Viale 339.3257406)
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