Politica
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Bolognetti: A proposito del dott. Renato Arminio
Di Maurizio Bolognetti, Segretario di Radicali Lucani
Certo non era necessario leggere un’intercettazione telefonica per farsi delle domande sull’operato della Procura della Repubblica di Melfi in relazione alla vicenda Fenice. Fin dal marzo 2009 ebbi a chiedere agli inquirenti melfitani il sequestro dell’inceneritore Fenice di proprietà della multinazionale francese Edf. Il 22 settembre 2009, indirizzai al dott. Arminio una lettera aperta nella quale tra l’altro scrivevo: “Signor Procuratore, alla luce di quanto le abbiamo illustrato, ci chiediamo come mai la Procura di Melfi non abbia proceduto al sequestro dell’impianto o quanto meno al fermo cautelativo del forno rotante. Vorrà convenire che, sulla base delle informazioni in nostro possesso, emergono gravissime responsabilità su questa vicenda. Eppure, per quanto ne sappiamo, al momento la montagna ha partorito un topolino: una sanzione amministrativa a carico di Fenice, che a quanto ne sappiamo non è nemmeno stata pagata. E’ un diritto dei cittadini lucani conoscere la verità. Ci auguriamo che l’indagine in corso, anche alla luce delle informazioni che le abbiamo fornito, possa procedere con una maggiore velocità”. Quattro anni dopo, viene fuori dagli atti dell’inchiesta sull’inceneritore Fenice, condotta dalla Procura della Repubblica di Potenza, che il dott. Arminio, il 24 settembre 2009, colloquiava amabilmente con il direttore dell’Arpab Vincenzo Sigillito, facendogli sapere che non aveva nessuna intenzione di sequestrare l’inceneritore. Il 25 settembre, 24 ore dopo, lo stesso Arminio rispondeva attraverso i microfoni del Tgr alla richiesta di sequestro avanzata dal sottoscritto, definendo atto irresponsabile un eventuale sequestro dell’inceneritore. A completare il quadro si aggiunge quanto scritto dal Prof. Fracassi nella relazione tecnica consegnata alla Procura di Melfi nel maggio 2010: “Poiché già dal sommario esame di quanto in atti emergeva l’urgente necessità di avere informazioni più dettagliate sullo stato chimico dell’acqua di falda, in particolare a valle del sito, con nota datata 6 ottobre 2009 al P.M. di chiedere ad Arpab di procedere con urgenza al prelievo e all’analisi dell’acqua dei pozzi esistenti in zona a monte e a valle del sito… nonostante i dati richiesti fossero indispensabili per stabilire se le anomalie riscontrate fossero state o siano ancora pregiudizievoli per l’uso delle acque da parte di agricoltori della zona e nonostante i vari solleciti, alcuna delle analisi richieste è stata consegnata al sottoscritto da Arpab o dalla Procura della Repubblica di Melfi”. Superfluo, immagino, ogni ulteriore commento. Approfondimenti Conversazione Arminio-Sigillito, 24 novembre 2009 Servizio Tgr Basilicata, 25 settembre 2013
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