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Il discorso di commiato di Emma Bonino dal Ministero degli Affari Esteri
«Non ho sassolini, non ho scoop da rivelare, da radicale ho dei macigni, come dire, che dovremo tutti insieme rimuovere, non per me, ma per il Paese» questo l'esordio del discorso di congedo dal Ministero degli Esteri che nel pomeriggio di sabato 22 febbraio, Emma Bonino ha tenuto presso Largo di Torre Argentina, fuori dalla sede dei Radicali a Roma. Con lei anche Marco Pannella, che aveva annunciato il comizio via radio appena ventiquattrore prima.
L'ex titolare della Farnesina ha voluto congedarsi dall'incarico con un commiato particolarmente ricco e carico di spunti: «La buona educazione è rivoluzionaria - ha dichiarato la Bonino - Credo che dobbiamo rinconquistare tutti il senso delle istituzioni, delle regole, dello stato di diritto». Un pensiero di riguardo alla "casa radicale" che continua a coltivare questi principi quali prioritari per la vita e l'attività politica.
Nel giorno in cui il suo dicastero è passato nelle mani di Federica Mogherini, chiamata dal neo premier Matteo Renzi, Emma Bonino ha auspicato che il Paese possa presto ritrovare senso civico per rispettare le sue stesse istituzioni democratiche. Ai sostenitori in piazza ha chiesto di «iscriversi al partito radicale, di non delegare», perché «uno può anche essere King-Kong, ma non può da solo assumere i valori della ricostituzione della convivenza civile».
Proponiamo di seguito il video integrale del comizio di Largo ArgentinaCominciamo bene?
Da una nota diffusa sul profilo Facebook di Rita Bernardini, Segretaria nazionale di Radicali italiani:
Alle 9.36 ricevo la telefonata di Andrea Orlando, neo Ministro della Giustizia, che vuole incontrarmi e -ufficialmente- incontrare i radicali. Trovo questa telefonata molto positiva, anche per il tono amichevole e affettuoso.
Il Presidente Napolitano lo ha detto: "Non c’è da perdere nemmeno un giorno". E, invece, sono stati persi anni, mesi, giorni, vite umane straziate a migliaia, mentre lì – praticamente nella porta a fianco – si ascoltavano le urla provocate da un dolore insopportabile nei corpi e nelle anime.
Una sofferenza inflitta per mano dello Stato che non rispetta le sue leggi, quelle riguardanti i Diritti Umani fondamentali, scritte nella Costituzione italiana, nella Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo, nella Dichiarazione universale dei diritti umani.
NON C'E' DA PERDERE NEMMENO UN GIORNO: QUESTO E' IL MIO IMPEGNO.
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Governo/Diritti civili, Gallo e Cappato a Renzi: prima di ascoltare i partiti e fare compromessi, si ascoltino i cittadini
Dichiarazione di Filomena Gallo e Marco Cappato, rispettivamente Segretario e Tesoriere dell'Associazione Luca Coscioni
In merito alle dichiarazioni di Matteo Renzi sui diritti civili, riteniamo invece che prima di cercare compromessi e cercare sintesi, ascoltandosi tra partiti vari, è doveroso ascoltare i cittadini e lasciare massima libertà al dibattito parlamentare.
Basta ricordare i sondaggi dell'ultimo rapporto Eurispes che anche quest'anno hanno confermato, pur nei limiti del campione scelto, il quadro di cittadini largamente favorevoli ad allargare lo spazio della libertà e responsabilità individuale su tanti temi che riguardano la salute, la vita e le relazioni affettive e familiari: 58,9% favorevoli all'eutanasia; uno su 4 è favorevole all'adozione per le coppie omosessuali; 89,5% è favorevole all'utilizzo delle staminali per le cure mediche; altrettanto numerosi (84%) sono i favorevoli all'introduzione del divorzio breve.
E proprio su questi temi l'Associazione Luca Coscioni ha depositato una proposta di legge di iniziativa popolare per la legalizzazione dell'eutanasia e il testamento biologico e insieme ai parlamentari radicali, nelle scorse legislature, con giuristi, esperti, ha depositato proposte per la riforma del libro I del Codice civile "delle persone e della famiglia" e della legge 40 che ormai 28 sentenze hanno modificato.
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Via d'acqua Expo Pisapia ritiri la delega su Expo2015 a Confalonieri, ha mentito alla città
Dichiarazione di Lorenzo Lipparini, membro della Giunta Esecutiva di Radicali Italiani e del Comitato MilanoSiMuove, e di Claudio Barazzetta, membro del Comitato Nazionale di Radicali Italiani e Segretario di Radicali Milano:
La notizia che il delegato del sindaco per Expo, Gianni Confalonieri, stia oggi cercando con la società titolare dei lavori un "piano B" per la cosiddetta via d'acqua Sud di Expo non è solo una buona notizia, ma anche il segnale del crollo di un alibi che da almeno due anni è servito per marciare spediti verso la realizzazione di un'opera dannosa, costosa, inutile.
Il Comitato MilanoSìMuove ha denunciato il danno erariale con un esposto alla Corte dei conti oltre un anno fa, presentando allora un "piano B". La Consulta cittadina per l'attuazione dei referendum aveva presentato parere contrario all'opera, e così Italia Nostra, comitati e associazioni in difesa del verde, forti del parere del Consiglio Superiore per i Lavori pubblici che l'aveva profondamente bocciata.
In numerosi incontri svolti anni fa con lo stesso Confalonieri (documentati) ci è sempre stato detto che varianti erano impossibili, perché era troppo tardi e perché esistevano degli accordi. Tutte argomentazioni che hanno tratto in inganno la maggioranza dei cittadini (cui era stato presentato un canale navigabile e non un fosso irriguo, quale è), i Consigli di Zona e la maggioranza in Comune (cui si è sempre parlato di opera fondamentale, nonostante tutti i parametri parlassero di inutile spreco) e infine il Sindaco in persona, al quale solo una settimana fa è stato detto in una riunione di maggioranza che nessun "piano B" era tecnicamente realizzabile nei tempi.
La maschera ora è caduta, con il crescere di manifestazioni e polemiche. Tutto questo era evitabile e risolvibile da tempo, e solo la sistematica disinformazione e alterazione della realtà ha portato a questo.
Il Sindaco e la maggioranza sfiducino subito Gianni Confalonieri.
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Fecondazione, Filomena Gallo al convegno Sifes: nuovo Governo scriva una nuova legge sulla fecondazione assistita a partire dalle proposte Radicali
Dichiarazione di Filomena Gallo, Segretario dell'Associazione Luca Coscioni, a margine del convegno Sifes in corso a Roma presso l'Hotel Nazionale
In dieci anni i governi che si sono susseguiti hanno preferito non porre all' ordine del giorno la riforma della legge 40. Appartiene ad uno Stato di diritto e non etico l' emanazione di buone leggi per l' affermazione dei diritti di tutti i cittadini e la legge 40, ancora difesa dal Governo, contraddistingue il modo di legiferare di uno Stato purtroppo etico. Nella scorsa legislatura sono state depositate proposte dai parlamentari radicali per la modifica della legge 40. La proposta elaborata dunque anche dall' Associazione Luca Coscioni con giuristi, esperti, per la riforma della legge 40 sia presto in entrambi i rami del Parlamento e divenga legge per la salute di tante persone che desiderano solo avere un bambino.
Di seguito l'estratto dell'intervento di Filomena Gallo al convegno Sifes:
In Italia non è consentito ricavare cellule staminali da embrioni umani, lo vieta la legge 40/04. Sappiamo che la ricerca sulle cellule staminali non si è arrestata nel nostro Paese nel 2004 (anno di emanazione della legge), nonostante tali restrizioni. La ricerca è proseguita su materiale importato dall'estero. Non essendo espressamente previsto il divieto di sperimentare su cellule staminali embrionali, laddove esse siano lecitamente prodotte all'estero, non si potrà perseguire il ricercatore italiano che le utilizzi per svolgere attività di ricerca. Non possono dunque accettarsi divieti penali impliciti. Se il legislatore non prevede come reato comportamenti simili a quelli incriminati e che appaiono sempre bisognosi e meritevoli di una sanzione penale, sarà solo il legislatore a poter intervenire colmando la lacuna.
Una volta esclusa la possibilità di estendere una sanzione penale anche a condotte non specificatamente previste dal legislatore, si potrebbe pensare che in realtà la legge 40/2004 all'art. 13 stabilisca un esplicito divieto di sperimentazione sulle cellule staminali embrionali. Ma l'art. 13, comma 1, non nomina neppure le cellule staminali embrionali; si limita a vietare la sperimentazione sugli embrioni umani. Nel momento in cui lo scienziato italiano fa ricerca su cellule staminali embrionali (prodotte all’estero e importate nel nostro Paese), non opera su un embrione: non esiste più l’embrione da cui quella cellula è stata ricavata (da altri, in uno Stato la cui legislazione consentiva quella pratica); né quella cellula potrà a sua volta diventare un embrione, essendo priva di totipotenza.Tale fenomeno rivela una delle più grandi ipocrisie della legge 40/2004. In Corte Costituzionale il giorno 8 aprile anche questo divieto sarà valutato e il prossimo 18 giugno invece l’Italia sarà nuovamente sulla legge 40 sul banco degli imputati in Corte EDU.
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